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Caso tipo

Parenti di pazienti dipendenti da sostanze

La madre di un paziente che sta seguendo una terapia a base di metadone si rivolge alla medica del figlio, lamentandosi che questo vada regolarmente in crisi e non riesca a gestire la propria vita.

Chi sta vicino a una persona con problemi di dipendenza soffre del suo comportamento. Tutto quanto ha cercato di fare per risolvere la situazione è fallito, si sente in balia degli eventi, talvolta prova vergogna e sovente si sente anche colpevole.
Come nel caso brevemente delineato qui sopra, può capitare che un parente si rivolga alla medica o al medico curante della persona malata, con la speranza che la situazione possa prendere una nuova piega. In tal caso, la/il curante deve tenere innanzitutto in considerazione che la/il paziente è adulta/o, e spetta quindi a lei/lui decidere. La/Il medica/o ha una relazione terapeutica con la/il paziente, non con sua madre, suo padre o altri suoi parenti.

  • La/Il medica/o non dovrebbe tuttavia trascurare il problema, e può cogliere l’occasione per chiedere alla/al parente quali siano, concretamente, le situazioni più difficili, e da quali stati d’animo siano accompagnate. Se le risposte appaiono insicure, poco chiare, è opportuno consigliare alla/al parente di rivolgersi a un centro specializzato, dove potrà parlare con personale qualificato, che dispone di tempo sufficiente per aiutare in modo adeguato i parenti di persone con problemi di dipendenza.
  • Se la/il parente desidera che la/il medico parli con la/il paziente di questi problemi, la/il medico deve spiegarle/gli che, in tal caso, è tenuta/o a informare la/il sua/o paziente. Se occorre discutere della relazione tra la/il paziente e la/il sua/o parente, allora entrambi devono essere presenti; oppure entrambi devono rivolgersi a un centro specializzato, il cui personale può offrire questo genere di consulenza.
  • Se la/il medico, sulla base di quanto racconta la/il parente, sospetta che la/il paziente possa avere un problema di ADHD, è l’occasione per interessarsi dei sintomi eventualmente già presenti durante l’infanzia, prima della dipendenza da sostanze, sui quali la/il parente può fornire informazioni importanti. Una diagnosi di ADHD, infatti, potrebbe marcare una svolta e aprire alla/al paziente nuove opportunità di aiuto.

 

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