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Passaggio dal metadone alla buprenorfina

Attenzione: se la dose di metadone è superiore a 60 mg/giorno, per non scatenare sintomi di astinenza occorre molta cautela nel passare a un’altra sostanza sostitutiva.

  • Se le dosi di metadone sono elevate (> 50mg/giorno) si consiglia di organizzare la transizione in un quadro terapeutico residenziale.
  • Riduzione graduale della dose di metadone a 30 mg/giorno, o anche meno.
  • La buprenorfina va somministrata necessariamente per via sublinguale (effetto di primo passaggio).
  • Verifichare che la/il paziente non continui a consumare eroina. Se ne ha consumata durante le precedenti 12 ore, il passaggio alla buprenorfina deve essere rinviato.
  • Solo dopo il manifestarsi dei primi sintomi di astinenza, si inizia con una prima somministrazione di 2-4 mg di buprenorfina (eventualmente anche 8 mg), ma almeno 24 ore dopo l’ultima assunzione di metadone.
  • Attenzione: se si somministra buprenorfina troppo presto, si possono indurre sintomi di astinenza.
  • Circa 1-2 ore dopo la prima somministrazione di buprenorfina occorre valutare l’effetto raggiunto e, in base al bisogno e alla tollerabilità, somministrare una seconda e eventualmente una terza dose (di 4-8 mg).
  • Sotto controllo medico si aumenta gradualmente la dose di buprenorfina a intervalli di 24 ore, fino a raggiungere la dose giornaliera ottimale (incrementi: 4-8 mg/giorno).
  • Dose giornaliera massima: 32 mg di buprenorfina.
  • Contrariamente alla terapia a base di metadone (agonista puro), con la buprenorfina (agonista parziale) è possibile, d’accordo con la/il paziente e dopo la prima fase di aumento graduale, ridurre la dose nell’arco di pochi giorni.
  • Un’alternativa all’induzione è il «metodo bernese», che mantiene l’assunzione degli agonisti (legali e illegali) e, a fianco, aumenta lentamente le dosi di buprenorfina. Ciò permette di garantire un certo benessere, poiché si evita l’insorgere di sintomi di astinenza (in merito si rinvia alle raccomandazioni SSAM, p. 45).